giovedì 23 luglio 2020


Modello anatomico del limulo
Progetto del 2020, matite colorate su cartoncino
Il limulo o granchio ferro di cavallo, specie Limulus polyphemus, è un artropode appartenente al subphylum Chelicerata, che comprende anche gli aracnidi, ed alla classe Merostomata, un gruppo tassomomico molto antico che conta poche specie attualmente viventi. Il limulo è considerato un tipico "fossile vivente" , ha infatti un corpo molto simile a quello dei suoi antenati vissuti 200 milioni di anni fa. Il limulo è una specie marina presente lungo le coste atlantiche del Nord America e nel Golfo del Messico. Vive su fondali bassi e nuota "a dorso". Durante il periodo riproduttivo maschi e femmine si radunano sulla costa per la fecondazione e la deposizione delle uova.
I limuli presentano un piano strutturale del corpo tipico degli altri protostomi eucelomati: presentano ventralmente un cordone nervoso longitudinale, al centro il tubo digerente e dorsalmente il cuore, l'organo principale del sistema circolatorio. Il corpo è diviso in tre parti: prosoma, opistosoma e telson, allungato a forma di spada. Il prosoma porta un paio di arti ore-orali, detti cheliceri, che danno il nome al gruppo dei Chelicerata, e 5 paia di appendici post-orali, di cui le prime 4 chelate. L'opistosoma porta le branchie a libro, utilizzate per la respirazione e il nuoto.
Il sistema nervoso è costituito da un cervello, derivato dalla fusione dei gangli dei primi 3 segmenti, e da un cordone nervoso costituito da gangli disposti metamericamente, da cui si dipartono i nervi. Da cervello in particolare si di partono quelli ottici che innervano i due occhi laterali composti (i limuli possiedono anche altri occhi semplici e altri fotorecettori) e quelli dell'organo olfattorio, in posizione mediana
Le gonadi sono pari, sia i testicoli che gli ovari, e
 da esse si dipartono i dotti genitali che sfociano nei 
gonopori. Questi sono situati a livello dell'opistosoma 
e sono coperti dagli opercoli.
Il sistema escretore è costituito da 4 paia di ghiandole coxali, metanefridi modificati, chiamati in tal modo perché posti a livello delle coxa (ossia il segmento più prossimale degli arti), in particolare degli arti 2-5. Le 4 ghiandole di ogni lato hanno in comune lo stesso dotto che sbocca nel nefridioporo posto al livello del quinto arto.

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