venerdì 3 luglio 2020


Tavola illustrativa su 
Vertebrati volanti impollinatori nettarivori, 
in alimentazione su specie vegetale nutrice
Disegno del 2019, matite colorate

Un nettarivoro è un animale che si nutre prevalentemente di nettare, sostanza zuccherina prodotta da molti fiori. La maggior parte delle specie nettarivore appartiene alla classe degli insetti, tipicamente le api e le farfalle lepidotteri, ma esistono anche vertebrati che si nutrono di nettare: lucertole, uccelli, come i colibrì; e tra i mammiferi ci sono piccoli marsupiali, primati e alcune specie di pipistrelli
I nettarivori svolgono un ruolo fondamentale per le piante, in quanto ne permettono l’impollinazione, trasportando il polline da un fiore all’altro. Lo stretto rapporto nettarivoro e pianta nutrice, ha portato in milioni di anni ad una coevoluzione tra la specie vegetale e quella animale: le piante hanno acquisito caratteristiche vistose per attrarre l’impollinatore, mentre le specie nettarivore hanno sviluppato apparati boccali specializzati per raggiungere il nettare, come il becco lungo e sottile dei colibrì.
I colibrì sono i più piccoli uccelli del mondo, con una lunghezza che, per la maggior parte delle specie, va dai 6 ai 12 cm e un peso variabile tra i 2,5 e i 6,5 g. I colibrì sono presenti esclusivamente nel continente americano e sono distribuiti dall’Alaska, a nord, fino alla Terra del Fuoco, a sud, ma la gran parte delle specie si concentra nella fascia intertropicale, nella foresta amazzonica. In molte specie, e in particolare negli individui maschi adulti, il piumaggio è caratterizzato da colori appariscenti e brillanti che mostrano una vistosa iridescenza.

La principale peculiarità dei colibrì è rappresentata dalle straordinarie abilità di volo: vantano infatti la più elevata frequenza di battito alare, che va da 10 fino a 80 battiti al secondo nelle specie più piccole. I colibrì inoltre sono in grado di battere le ali in tutte le direzioni, ciò permette loro di volare all’indietro e anche di rimanere quasi immobili a mezz’aria, riuscendo così nutrirsi di nettare dai fiori.
I pipistrelli sono gli unici mammiferi ad essere in grado di volare, riuscendoci grazie al patagio, la membrana alare che si estende dalla base del collo e dai lati del corpo fino all’estremità degli arti anteriori e posteriori, talvolta includendo anche la coda. Il sostegno del patagio è rappresentato dalle falangi degli arti anteriori, notevolmente sviluppate in lunghezza. I pipistrelli hanno abitudini notturne e la gran parte delle specie utilizza l’ecolocalizzazione per orientarsi nell’ambiente circostante, e per la cattura delle prede nelle specie insettivore. In questi pipistrelli la laringe produce dei suoni ad alta frequenza (tra 25 a 150 kHz) che vengono emessi dal naso o dalla bocca; quando le onde sonore colpiscono un oggetto, rimbalzano e vengono convogliate all’orecchio dall’ampio padiglione auricolare di questi mammiferi, che ricevono così informazioni sulla posizione, la distanza e le caratteristiche degli oggetti circostanti.
In alcune specie, come in Monophyllus plethodon, è presente un foglietto nasale che ha la funzione di orientare le onde sonore. Nell’illustrazione un individuo di questa specie è stato rappresentato mentre si nutre del nettare di Marcgravia evenia, una pianta che fornisce un emblematico esempio di coevoluzione. Questa specie infatti produce delle infiorescenze sormontate da foglie a forma di scodella (rappresentate nell’illustrazione) che hanno la specifica funzione di riflettere le onde sonore emesse dal pipistrello, in modo da aiutarlo ad individuare la posizione dei fiori con più facilità.

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