Tavola
illustrativa su
Vertebrati volanti impollinatori nettarivori,
in alimentazione
su specie vegetale nutrice
Disegno del 2019, matite
colorate
Un nettarivoro è un
animale che si nutre prevalentemente di nettare, sostanza zuccherina prodotta
da molti fiori. La maggior parte delle specie nettarivore appartiene alla
classe degli insetti, tipicamente le api e le farfalle lepidotteri, ma esistono
anche vertebrati che si nutrono di nettare: lucertole, uccelli, come i colibrì;
e tra i mammiferi ci sono piccoli marsupiali, primati e alcune specie di
pipistrelli
I nettarivori
svolgono un ruolo fondamentale per le piante, in quanto ne permettono
l’impollinazione, trasportando il polline da un fiore all’altro. Lo stretto
rapporto nettarivoro e pianta nutrice, ha portato in milioni di anni ad una
coevoluzione tra la specie vegetale e quella animale: le piante hanno acquisito
caratteristiche vistose per attrarre l’impollinatore, mentre le specie
nettarivore hanno sviluppato apparati boccali specializzati per raggiungere il
nettare, come il becco lungo e sottile dei colibrì.
I colibrì sono i più
piccoli uccelli del mondo, con una lunghezza che, per la maggior parte delle
specie, va dai 6 ai 12 cm e un peso variabile tra i 2,5 e i 6,5 g. I colibrì sono
presenti esclusivamente nel continente americano e sono distribuiti dall’Alaska,
a nord, fino alla Terra del Fuoco, a sud, ma la gran parte delle specie si
concentra nella fascia intertropicale, nella foresta amazzonica. In molte
specie, e in particolare negli individui maschi adulti, il piumaggio è
caratterizzato da colori appariscenti e brillanti che mostrano una vistosa
iridescenza.
La principale
peculiarità dei colibrì è rappresentata dalle straordinarie abilità di volo: vantano
infatti la più elevata frequenza di battito alare, che va da 10 fino a 80
battiti al secondo nelle specie più piccole. I colibrì inoltre sono in grado di
battere le ali in tutte le direzioni, ciò permette loro di volare all’indietro
e anche di rimanere quasi immobili a mezz’aria, riuscendo così nutrirsi di
nettare dai fiori.
I pipistrelli sono gli
unici mammiferi ad essere in grado di volare, riuscendoci grazie al patagio, la
membrana alare che si estende dalla base del collo e dai lati del corpo fino
all’estremità degli arti anteriori e posteriori, talvolta includendo anche la
coda. Il sostegno del patagio è rappresentato dalle falangi degli arti
anteriori, notevolmente sviluppate in lunghezza. I pipistrelli hanno abitudini
notturne e la gran parte delle specie utilizza l’ecolocalizzazione per
orientarsi nell’ambiente circostante, e per la cattura delle prede nelle specie
insettivore. In questi pipistrelli la laringe produce dei suoni ad alta
frequenza (tra 25 a 150 kHz) che vengono emessi dal naso o dalla bocca; quando
le onde sonore colpiscono un oggetto, rimbalzano e vengono convogliate
all’orecchio dall’ampio padiglione auricolare di questi mammiferi, che ricevono
così informazioni sulla posizione, la distanza e le caratteristiche degli
oggetti circostanti.
In alcune specie,
come in Monophyllus plethodon, è
presente un foglietto nasale che ha la funzione di orientare le onde sonore. Nell’illustrazione
un individuo di questa specie è stato rappresentato mentre si nutre del nettare
di Marcgravia evenia, una pianta che
fornisce un emblematico esempio di coevoluzione. Questa specie infatti produce
delle infiorescenze sormontate da foglie a forma di scodella (rappresentate
nell’illustrazione) che hanno la specifica funzione di riflettere le onde
sonore emesse dal pipistrello, in modo da aiutarlo ad individuare la posizione
dei fiori con più facilità.
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